Essere artisti oggi

di Maurizio De Cicco

Essere artisti oggi

9 Marzo 2022 Poesie 2

Essere Artisti oggi

 

L’Arte è una delle forme di più alte per l’espressione del genere umano. Poesia, Letteratura, Musica, Geometria, Pittura, Scultura, Astronomia ecc.. da cui derivano altre arti come quella del Teatro con la sua Drammaturgia, conferiscono agli individui il modo di esternare più o meno liberamente, la propria interiorità. Anche molti lavori artigianali nascono e si realizzano grazie all’arte che l’artigiano stesso esprime attraverso le sue creazioni originali, spesso e volentieri composte da pezzi unici. E non può essere altrimenti perché l’artista, che è l’eterno insoddisfatto, da sempre è alla ricerca continua e ossessiva della perfezione delle sue opere, specchio esteriore della sua condizione interiore. Purtroppo con molta frequenza, soprattutto nel mondo di oggi, c’è la tendenza a produrre tutto in serie a discapito della creatività dell’individuo che si esprime attraverso l’arte.

Tantissimi grandi geni e artisti del passato sono passati ad altra vita in povertà, perché non erano interessati al denaro, ma a trasmettere il proprio messaggio con le loro scoperte e opere d’arte. In vita poco considerati, sono diventati famosi dopo morti e le loro produzioni artistiche sono cresciute di valore economico, mentre gli autori come detto, morti di stenti e di miseria. Invece onori e oneri, andrebbero riconosciuti prima, da vivi. Dopo è troppo tardi ed anche ingiusto. La situazione attuale affossa ancora di più chi, artista dentro, si vede precluso il cammino sulla strada della realizzazione perché c’è la tendenza dell’uomo a sfruttare i suoi simili per arricchirsi a discapito degli altri.

Siamo arrivati al punto che essere sottopagati è ottimo perché almeno si ha la certezza di incassare. Tanti promettono mari e monti e poi non pagano. Altri invece pretendono un lavoro gratuito. A tale proposito, leggendo alcuni post di un amico di Roma, bravo e capace arrangiatore musicale anzi, un vero e proprio talento, ma anche quelli di cantanti, scrittori, poeti cosiddetti “minori”, solo perché sconosciuti al grande pubblico, ho dedicato questa lirica. Dopo averla scritta in “quasi” romanesco, l’ho fatta correggere ad un caro amico, romano d.o.c.g.  o come preferirebbe lui “romano de Roma”. Purtroppo però, il senso delle mie parole nel dialetto capitolino è valido per tutti…

 

 

Stavorta… se svorta!!!

 

Pe’ ttutta ‘a vita
me so’ magnato li gomiti
e quanno m’annava bbene
puro er pane ca’ cipolla.
M’hanno chiesto de sonà
ma nun me davano li sordi
manco pe’ magna’.
‘Tacci loro che spilorci
tutti angrassasse (a panza piena)
e a me manco li sorci.
Er pane secco
stava a diventà duro
e me so’ detto:
“A Da’ qui dovemo da svortà!”.
Me so ‘nventato
li mejo mortacci mia,
c’a musica, e’parole, a’ poesia
c’ho messo tutto,
anche er sangue e l’anima mia.
Chissà se sta vorta
er popolo de iutubbe ampazza,
ma se jè do ‘na svorta,
a sto giro me magno
er pane ca’ mortazza!!!

 

 

Firenze, 19/3/2021 ore 15.53

 

 

Correzioni in dialetto romanesco a cura di Fabrizio Salerno, 22/1/2022

 

 

Immagine: Davide Parola

https://www.davideparola.it/

 

 

2 risposte

  1. Carolina Franza ha detto:

    Bellissima la poesia, e Bellissima l’introduzione che la precede! Grazie!!!

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