Il Palio di Siena

di Maurizio De Cicco

Il Palio di Siena

26 Giugno 2023 Articoli 4

Il Palio di Siena

Con questo articolo, non pretendo di spiegare che cosa sia il Palio di Siena. Se non si è senesi è impossibile comprenderlo e soprattutto spiegarlo. Però, per non essere proprio digiuni, ci si può provare. Si scrive Siena si legge Palio; si scrive Palio si legge Siena. Questo binomio è inscindibile da circa otto secoli, fino dal 1239 quando si correva il “Palio alla lunga”.

(Fonte notizia: consorziotutelapaliodisiena.it).

 

Secondo alcuni, da quando nacque Siena. Le carriere del 2 luglio e del 16 agosto fra le contrade della romana Sena, che sotto la Balzana bianca e nera, si contendevano il cosiddetto “cencio”, hanno dunque origini molto lontane. Il Palio del 2 luglio invece, pare sia nato nel 1656. La Toscana è famosa per le rivalità di campanile e Siena non è da meno delle altre città anzi: questa storica rivalità ancora oggi e sempre continuerà fra le contrade di questo gioiello, capolavoro innalzato in onore della Vergine e che racchiude anche una Tradizione Ermetica espressa nei simboli dei suoi meravigliosi monumenti. Le due date del Palio, sono scelte in onore della Madonna di Provenzano (2 luglio) e dell’Assunzione della Vergine (16 agosto). Il 15 agosto sarebbe la data esatta, ma anche per rispetto e devozione,  non si corre (nda). Nel caso in cui si verificasse un avvenimento talmente particolare, da fare prendere la decisione alla comunità senese di correre un Palio straordinario, quest’ultimo verrà corso in data da destinarsi. Il Palio dedicato al miracolo della Madonna di Provenzano, celebrato il 2 luglio, venne corso per la prima volta nel 1656.

Interessante la storia di questo avvenimento miracoloso che le cronache riportano sia accaduto nel 1552.

Dal Settecento fu introdotto un secondo palio delle contrade. 

Chi come me, osserva questa tradizionale manifestazione in qualità di esterno, della quale va dato atto ai senesi di custodirla, insegnarla e tramandarla da tempo immemore, deve avere il massimo rispetto per la città ed i suoi abitanti. Mi spiego meglio: fin da ragazzo andavo con i miei amici senesi a vivere tutti e due i Palii, con una lunga frequentazione della Piazza del Campo. Poi un anno (16-8-1990) venni invitato ad andare a casa di una amica che ha l’appartamento in Via di Città, il cui terrazzino affaccia sulla fatidica Piazza. Uno spettacolo veramente unico. Ero abbracciato al comignolo sul tetto, ma vi posso garantire che ciò che si prova nel Campo è tutt’altra cosa. Ho scritto che andavo a vivere i Palii perché qualche giorno prima e qualche giorno dopo il Palio, si assiste e si avverte il senso della “sacralità” che i senesi hanno per la loro tradizionale manifestazione. Nell’aria si respira il Palio in ogni sua singola sfaccettatura ed un attento e rispettoso osservatore lo percepisce, attraverso ogni singolo poro della propria pelle. Chi va a Siena in quei giorni per turismo e per mera curiosità, non si offenda, ma stia a casa e si guardi il Palio in televisione. Però chi è amante e rispettoso delle tradizioni in generale, allora vada con animo sereno ed osservi come la città si prepara ad ogni singolo evento: cercando di evitare commenti impropri. Si scoprirà che si ritorna in quell’affascinante Medio Evo perché tutto è riprodotto fedelmente: costumi, bandiere, tamburi e tutto ciò che serve alla perfetta realizzazione delle carriere e all’assegnazione del sospirato drappo. La Piazza del Campo nel suo anello esterno, viene coperta con il cosiddetto “tufo di piazza”. Al termine della carriera, che dura circa un minuto e mezzo ma per avere una mossa valida talvolta occorre anche un’ora quando va bene, viene immediatamente ripulita al termine della stessa carriera a tempo di record.

 

Emozionante la carica dei carabinieri a cavallo prima dell’inizio del Palio.
Come detto, ho assistito ad innumerevoli Palii ed ogni volta é sempre una nuova emozione: dal passare nella zona dove cavallo e fantino vivono in simbiosi e dormono nella stessa stalla protetti e custoditi dai contradaioli, alla benedizione del cavallo prima della carriera. Il silenzio che impone anche alle mosche di non volare è una sensazione che non si dimentica tanto facilmente con il sottofondo dei rintocchi del “Sunto”, il campanile di Piazza. Come quella di entrare in Duomo con la contrada vincitrice, contradaioli festanti e sbandieranti sentendo inneggiare l’Inno di ringraziamento Maria Mater Gratiae (detto Te Deum). Non c’è ordinaria follia fra i senesi, ma proviamo a pensare ad una popolazione che forse dalla fondazione della città ha portato avanti per generazioni e generazioni la solita tradizione attenendosi scrupolosamente e nei limiti del possibile, al regolamento paliesco. Perché in Piazza, c’è una sola regola: non ci sono regole. Solo rispetto per il cavallo. Quello sì. Sempre e ovunque. Per il resto una Contrada vince, tutte le altre perdono. Non esiste uguale al mondo e ripeto: Onore ai senesi per questo! E nessuno li giudichi per i loro atteggiamenti che possono sembrare poco ortodossi, perché vivendolo di persona e per diversi anni, riuscendo a sintonizzarmi e rispettare la loro mentalità, forse ci si può rendere conto che cosa voglia dire il Palio, ma non è così scontato. E’ molto difficile per un non senese. Se poi vi trovate di passaggio a Siena in un periodo qualsiasi dell’anno, di sottofondo vi sembrerà di sentire il rollio dei tamburi. Non è un’impressione, ma sono le scuole per i ragazzi che avranno l’onore di diventare tamburini del Palio così come gli amati Alfieri di Siena (sbandieratori) ed i figuranti tutti. Per ogni senese è un onore, una tradizione ed allo stesso tempo una missione da compiere che si è innestata nel DNA di ogni singolo abitante che nasce nella Città della verbena, sorgente nel cuore del Chianti. Concludo questa mia modesta testimonianza in onore di Siena e dei senesi, citando una frase di Caterina Benincasa (1347-1380) che racchiude il senso del Palio:

“Orsù figlioli dolcissimi, correte questo palio e fate, che solo sia uno, quello che l’abbia, cioè che ‘l cuore vostro non sia diviso”.
S. Caterina da Siena, Patrona di Siena, d’Italia e dell’Europa, 1375

Fotografia in copertina: Gabriele Forti

https://www.gabrieleforti.it/

Per notizie storiche sul Palio di Siena:

https://www.consorziotutelapaliodisiena.it/index.php/il-palio/breve-storia-del-palio#:~:text=Nel%201701%20la%20Contrada%20dell,l’antico%20Palio%20alla%20lunga.

Per i corretti termini palieschi:

https://www.ilpalio.org/terminologia_paliesca.htm

 

4 risposte

  1. Benedetta ha detto:

    Veramente molto interessante. Grazie Maurizio.

  2. Sonia.belloni@alice.it Belloni ha detto:

    non ci sono parole. solo silenzio e amore ogni parola è un “di più ”
    amo tutto ciò che ha scritto….

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