Dall’Orto all’Occaso

di Maurizio De Cicco

Dall’Orto all’Occaso

27 Novembre 2023 Articoli Poesie 0

Dall’Orto all’Occaso

 

Navigando nel web, alla pagina Fb del gruppo “Amore per la cultura, la letteratura e la grammatica italiana”, ho trovato questo articolo pubblicato da Alessandro Rizzitano in cui, lo scrittore e fotografo, dà una spiegazione sui termini “Orto” e “Occaso”. Non solo l’ho trovato interessante e ben documentato, ma mi è venuto in mente che avevo scritto dei versi inerenti a questi due vocaboli.  Riporto solo una parte dell’articolo e rimando alla sua pagina o alla pagina del sunnominato gruppo, chiunque volesse leggere ciò che in proposito scrive Tommaso Campanella (1568-1639) nel suo testo

“Del senso delle cose e della Magia”. 

 

ORTO e OCCASO, due termini elegantissimi e ormai del tutto dimenticati, che significano rispettivamente “alba” e “tramonto”, spesso usati nella frase “dall’orto all’occaso”, per indicare un arco di tempo di dodici ore circa, dall’alba al tramonto, appunto.

Più precisamente:

òrto s. m. [dal lat. ortus -us, der. di oriri «nascere, sorgere», part. pass. ortus], poet. – Il sorgere del Sole (o anche della Luna, degli astri) nel cielo, o il punto dove il Sole sorge, l’oriente: Ad un occaso quasi e ad un orto Buggea siede (Dante), la città di Bugia è posta quasi sullo stesso meridiano (di Marsiglia), sicché vede quasi contemporaneamente il sorgere o il tramontare del Sole; era da l’orto E da l’occaso la sua reggia aperta (Caro).

occaṡo s. m. [dal lat. occasus -us, der. di occĭdĕre «cadere, tramontare», supino occasum], letter. – 1. Tramonto: il sole volge all’o.; anche, l’ora, il tempo in cui il sole tramonta: dall’orto all’o., dall’alba al tramonto; questo o. è pien di voli (Carducci); o il luogo dove tramonta il sole, cioè l’occidente: la casa è volta all’o.; Ad un o. quasi e ad un orto Buggea siede e la terra ond’io fui (Dante), Bugia e Marsiglia (patria di Folco) hanno lo stesso oriente e occidente, sono cioè posti all’incirca sullo stesso meridiano. 2. fig. Fine, declino: bellezza giunta al suo o.; in partic., fine della vita, morte: Ma pur gli è tanto spirto anco rimaso Che de’ suoi falli al Re del paradiso Può domandar perdono anzi l’o. (Ariosto); io vivo, Dopo il tuo o., in tenebre e in martìri (Bembo); Muoiono gli altri dèi: di Grecia i numi Non sanno occaso (Carducci), non conoscono la morte, non muoiono.

Quelli che riporto di seguito, sono i miei versi scritti nel 2018 e ci sta che abbia “centrato” il senso del pensiero del filosofo calabrese, nato a Stilo (Rc) e morto a Parigi. Infatti, ho letto poco fa, ciò che il Campanella pubblicava circa 400 anni or sono.

 

 

Dall’Orto all’Occaso

 

Dall’Orto all’Occaso

nel moto apparente,

il viaggio percorso

dell’astro lucente,

non avviene per caso.

Lo seguono al sorgere

la luna e i pianeti

da Oriente a Occidente,

ma è sempre apparente.

Eppure, si vedono,

ci ruotano attorno: 

dunque si sa,

non è la realtà.

Il Tutto d’intorno

ha un unico centro,

un punto d’appoggio

un raggio d’azione

che nasce a levante.

S’innalza, si espande,

sorge e tramonta

illumina, scalda, s’occulta.

Ricorda la vita di uomini e donne

che vivono immersi

chiusi e legati

in modo asfissiante

nel mondo terreno,

imprigionati

per loro adesione.

Un metodo solo

per l’evasione:

sconfiggere dunque

quell’illusione

prendendo coscienza,

con Fede e con Scienza.

Dall’Orto all’Occaso

seguire il percorso

che il Sole ci indica,

percorrendo la Strada

mirando nel Centro

e mai per caso

adottando un percorso diverso.

Puntare nel Cuore

vivo e pulsante,

diritto nel Fulcro

dell’ Immenso Universo.

 

Firenze, 29/6/2018 ore 9.11

 

 

Alcune correzioni apportate il 17/10/2023 ore 16.00

 

Immagine tratta dalla pagina Fb: Alessandro Rizzitano

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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