Al poeta di Roma Sant’Eustachio

di Maurizio De Cicco

Al poeta di Roma Sant’Eustachio

27 Febbraio 2024 Articoli Poesie 14

 

Al poeta di Roma Sant’Eustachio

 

Oggi il sonetto, che è  una composizione poetica formata da 14 versi (due quartine e due terzine), scritte con l’endecasillabo (undici sillabe e tre modi di accentazione), non si adopera più, anche se a Siena, si mantiene viva questa tradizione. Volendo si può aggiungere una coda, che solitamente è composta almeno da un settenario (sette sillabe e due accenti ritmici: uno fisso sulla sesta e uno mobile sulle prime quattro, dando così origine a quattro modi di accentazione differenti). In questo ultimo caso, come un Stella Cometa (Stella con la coda), si ha il sonetto caudato. Giuseppe Francesco Antonio Maria Gioachino Raimondo Belli, nato e vissuto a Roma dal 7/9/1791 al 21/12/1863, fece parte dell’Accademia degli Elleni (1812), ma a seguito di una scissione, aderì all’Accademia Tiberina (1813). Oltre a svariate opere letterali e teatrali,  scrisse 2279 sonetti composti in vernacolo romanesco, nei quali raccolse e raccontò la voce del popolo della Roma del XIX secolo.

A lui ho dedicato questo modesto componimento.

Tra parentesi inserisco il numero delle sillabe di ogni verso. Anche se qualche verso ne ha più di 11, per alcune regole della grammatica poetica e della metrica, una delle quali è l’elisione  (due vocali che si sovrappongono o un termine che inizia per h,), queste si annullano e si conta una sillaba in meno.

Es: mi/ac/cin/go

è formato da 4 sillabe, ma se ne contano 3 perché si elidono (annullano)

la I di mi e la A di accingo.

La vera e propria elisione, contempla l’uso dell’apostrofo: m’accingo.

 

Immagine: 

http://www.liberliber.it/biblioteca/b/belli/immagini/ritratto.jpg

 

Al poeta di Roma Sant’Eustachio (11)

 

Volendo ricordare col sonetto (11)

un grande del passato più recente (11)

un discolo poeta romanesco, (11)

mi accingo nel comporre questo scritto (12-1=11)

 

con versi confacenti al modo suo (12-1=11)

non essendo io di tal nome degno. (12-1=11)

Certamente poeta non mi chiamo (11)

sapendo ciò che ha scritto nella vita, (12-1=11)

 

letto l’ironia dei suoi sonetti (11)

simpatici, pungenti, divertenti, (11)

che infondono nell’animo allegria. (13-2=11)

 

D’altronde, con sei nomi battezzato, (11)

doveva certamente aver favella (12-1=11)

squillante come mille campanelli, (11)

 

er romanesco Belli. (7)

 

Firenze, 19/2/2023 ore 23.03

con due variazioni del 4/3/2024 ore 7.43

 

 

Immagine di copertina

https://commons.wikimedia.org/wiki/User:Livioandronico2013

 

14 risposte

  1. Luigi Nigi ha detto:

    mirabile leggiadria
    complimenti, Maurizio

  2. Di Siena Gaetano ha detto:

    meraviglioso Maurizio… Belli sarebbe orgoglioso di te

  3. Maura ha detto:

    Molto bella e d’impatto. L’intercalaire romano finale un tocco da maestro

  4. Benedetta Banchi ha detto:

    Bravooo!! Un grande abbraccio!

  5. Claudia Tamberi ha detto:

    Fortissimo, ai giorni nostri suona come un eco lontano…ma quante attuali verità…
    Una gentile forma, che si legge con tanto piacere!!!💜😘🍀💯🌹

  6. Maura ha detto:

    bravo Maurizio!!

    • Maurizio De Cicco ha detto:

      Grazie Maura! A Siena tenete sempre viva la tradizione del sonetto, componimento poetico non proprio semplice, sia per struttura metrica che per grammatica. Il Belli, ne ha composti 2200 e tutti in dialetto romanesco senza fare sconti a nessuno…😉

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